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jueves, 26 de enero de 2023

 ATTACCO ANTI-CATTOLICO AD ALGECIRAS IL MARLASKONA CHE È A CAPO DEL MINISTERO DEL GOVERNO DOVREBBE DImettersi E' COLPEVOLE DI QUESTO SANGUE VERSATO

 


Il jihadista che ha assassinato il sagrestano ad Algeciras aveva un ordine di espulsione dalla Spagna

Jihadista Algeciras Il presunto jihadista

A cura di Redaccioninfovaticana | 26 gennaio 2023

Ancora una volta, il binomio immigrazione clandestina-criminalità ha nuovamente scosso con forza la tranquillità, la pace e la sicurezza in Spagna.


Per quanto i gerarchi politici ed ecclesiastici cerchino di chiedere prudenza e di non associare questo attacco a nessun gruppo, collettivo o religione, la verità è che non farlo sarebbe falso.


La violenza islamista e l'odio contro i cristiani è quello che è successo ad Algeciras, anche se ora i media cercano di metterlo a tacere per non creare allarme sociale. La politica della porta aperta ha dimostrato ancora una volta di essere un fallimento e che i confini e la sicurezza sono due valori imprescindibili in qualsiasi stato di diritto.



Dalla Chiesa abbiamo sentito in numerose occasioni come ai cristiani sia chiesto di accogliere il mondo intero, costruire ponti, abbattere muri ed eliminare confini. La verità è che questa mentalità, oltre ad essere utopica, è pericolosa, come ha appena dimostrato questo sciagurato attentato. Venire alla ribalta con messaggi buoni e semplicistici aiuta poco a combattere la piaga del terrorismo jihadista e tutto perché non vogliono essere bollati come xenofobi, razzisti o anti-non si sa davvero cosa. Le stesse affermazioni del segretario generale della Cee, parlando di “evento” invece che di attentato o attentato, dimostrano la vigliaccheria o la tiepidezza, scegli il termine che consideri, dei gerarchi ecclesiali. Per il bene di tutti, Vescovi, abbiate il coraggio di chiamare le cose con il loro nome e di non minimizzare l'importanza del problema.


Il profilo dell'assassino

Il terrorista detenuto è stato identificato dalla polizia come Yassine Kanjaa, 25 anni e originario del Marocco. Il jihadista si trovava in Spagna in una situazione irregolare. La Polizia Nazionale lo ha trattenuto nella città di Cadice il 16 giugno 2022 e ha verificato che mancava della documentazione necessaria per poter risiedere in territorio spagnolo, motivo per cui sono state automaticamente avviate le procedure per la sua espulsione.


Diversi media come El Confidencial o The Objective, sottolineano che il detenuto era in fase di espulsione in Marocco e secondo queste fonti, "poiché si tratta di una procedura amministrativa con tutte le garanzie, la sua esecuzione non è immediata".


Altre fonti sottolineano la mancanza di collaborazione da parte del Marocco nel processo. Per effettuare il rimpatrio è necessario che una delegazione diplomatica del Paese alawita fornisca al detenuto una copia del suo passaporto e lo riconosca come cittadino marocchino. Una procedura che, in ogni caso, dipende unicamente dall'interesse del Paese in cui il cittadino in situazione irregolare deve rientrare. Tuttavia, la burocrazia spagnola di solito è anche un altro inconveniente quando si tratta di accelerare le procedure.


L'aggressore, che viveva in un 'appartamento patera' con più persone in via Ruiz Tagle, non ha precedenti penali o atti di terrorismo, né c'erano sospetti sulla sua possibile radicalizzazione, sebbene i periodi di indottrinamento siano stati drasticamente ridotti nel Nell'ultimo decennio, i lupi solitari che agiscono di propria iniziativa sono diventati una delle maggiori sfide per le forze di sicurezza. Kanjaa apparentemente soddisfa quel profilo jihadista individuale.


Secondo ABC, i servizi di informazione marocchini collaborano con la Spagna e uno dei fratelli del detenuto si trova in un centro di accoglienza. Questo stesso mezzo ora sottolinea anche che il jihadista ha una storia psichiatrica a Tangeri.


L'Obiettivo sottolinea che il jihadista è entrato nella chiesa di San Isidro de Algeciras armato di machete. Subito dopo, mentre gridava “morte ai cristiani” e “Allah è grande”, ha aggredito il sacerdote, Antonio Rodríguez, lasciandolo gravemente ferito. Successivamente accettò un altro tempio, quello di Nuestra Señora de La Palma, nel quale, dopo aver provocato vari danni a varie croci e immagini religiose, aggredì il sagrestano, Diego Valencia, provocandone la morte.

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